Con le loro mani hanno trasformato Favino in Craxi

Federica Castelli, 30 anni e Andrea Leanza, 38 sono i due giovani truccatori che hanno trasformato il volto di Pierfrancesco Favino in quello di Bettino Craxi nel film “Hammamet” in questi giorni in programmazione nelle sale cinematografiche italiane.

La pellicola racconta gli ultimi mesi di vita del Leader socialista (Milano 24 Aprile 1934 – Hammamet 19 Gennaio 2000) nella cittadina tunisina, dalla cui spiaggia, nei giorni di cielo terso, è possibile intravedere le coste italiane.

Abbiamo avvicinato i due abilissimi truccatori e ci siamo fatti raccontare qualche “trucco” della loro arte. Andrea vive dall’età di cinque anni a Saronno, dove è giunto quando la sua sua famiglia s’è trasferita da Catania. Lì ha frequentato le scuole elementari e medie per poi diplomarsi al liceo artistico statale A. Frattini di Varese, che quest’anno celebra cinquant’anni di attività. Federica è nata a Lecco ma ha vissuto sempre a Como («mi sento comasca perché qui sono arrivata in fasce», precisa), dove ha studiato, diplomandosi al liceo di Scienze Sociali e dove è diventata videomaker, per usare con dimestichezza la macchina da presa.

Andrea e Federica svolgono l’attività di “prosthetic make-up”, una professione poco conosciuta in Italia. Quella del make-up artist è una professione che richiede passione e creatività; è un ambito in cui si utilizzano trucchi tridimensionali, si applicano protesi che trasformano il viso delle persone. Non è il semplice trucco televisivo o cinematografico che deve far risaltare le qualità di chi sale sul palco o appare in televisione. È una professione che sta acquisendo maggior interesse anche nel nostro Paese favorita negli ultimi anni dall’arrivo dell’alta definizione.

Entrambi hanno lavorato come truccatori in diverse produzioni italiane ed estere fino alla loro grande occasione: Hammamet, il film nel quale, sia Andrea che Federica sono i supervisori del progetto che ha realizzato le protesi ed il trucco che hanno trasformato il volto di Favino.

Hammamet è la produzione nella quale hanno avuto la maggior soddisfazione professionale. S’è trattato di una sfida che li ha portati ad affrontare cinque prove trucco e trentanove giorni di riprese in esterno (nella villa di Bettino Craxi ad Hammamet e all’aeroporto di Tunisi) dovendo mantenere la stessa qualità nelle applicazione delle protesi e del trucco.

Federica ha dovuto utilizzare accorgimenti particolari per il viso dell’attore, come l’utilizzo di una crema protettrice da applicare prima dell’applicazione delle protesi e, al termine delle riprese, una procedura di struccaggio di quasi un’ora per evitare qualsiasi forma di irritazione alla pelle dell’attore. Il procedimento per applicare le protesi a Favino duravano circa quattro ore ogni giorno.

Il lavoro realizzato da Andrea per produrre una tale somiglianza, si è basato sullo studio della geometria del cranio dell’attore (in questo caso Favino) e quella del Leader socialista due forme molto diverse fra loro. Chiunque di noi quando guarda un’altra persona la percepisce in base alla geometria cioè alla forma del viso che può essere tonda, quadrata, così Andrea ha dovuto studiare profondamente il volto di Craxi concentrandosi su alcuni aspetti come la larghezza delle tempie, l’inclinazione degli zigomi, studiare la fisionomia della bocca. Quando si procede alla realizzazione di una trasformazione prostetica non è come creare una scultura di argilla, che si può manipolare a proprio piacimento, perché si lavora su una persona con punti impossibili da modificare. Ad esempio, la distanza degli occhi, le orecchie, le labbra.

Una delle tante protesi realizzate per l’Attore sono state applicate alle orecchie perché troppo piccole; così sono stati creati dei lobi per rendere quella parte anatomica più somigliante.

Craxi aveva un labbro superiore più sporgente di quello inferiore mentre Favino era l’opposto. Così è stata creata una dentiera da apporre sulle gengive superiori che hanno modificato questa fisionomia rendendo l’attore più simile all’originale,. Allo stesso modo s’è proceduto con la calotta realizzata per la calvizia di Craxi applicata da Federica utilizzando un gel molto forte per appiattire il più possibile la chioma di Favino.

Inoltre, le protesi realizzate dovevano essere il più possibili funzionali e dare la massima mobilità all’attore e consentirgli tutte le espressioni possibili. Le protesi così come il trucco realizzato aiutano l’attore ad entrare nella parte ma allo stesso tempo sono anche una sfida per chi deve interpretare il personaggio perché deve imparare ad immedesimarsi nel ruolo da interpretare ed allo stesso tempo essere in grado di far emergere le caratteristiche di chi si interpreta.

Andrea e Federica sono professionisti e come tali privi di quelle sicurezze che danno il posto fisso. Per mantenersi devono essere disposti a sacrifici anche duri come quello di allontanarsi da casa, a volte per mesi se non anni, rinunciando magari agli affetti famigliari.

È una passione che nasce fin da piccoli alimentata dalla voglia di capire come funzionano le cose; non esistono scuole, solo corsi che possono accelerare la conoscenza nell’utilizzare alcuni strumenti piuttosto di altri.

È l’esperienza lavorativa che ha valore e si acquisisce da soli realizzando delle opere in proprio oppure entrando in gruppi di lavoro realizzati da laboratori che prendono in carico dei progetti e formano dei team dove a persone che hanno già un alto livello tecnico si affiancano giovani che hanno poca esperienza che possono imparare le basi della professione come la pulizia degli stampi, del laboratorio, fasi dove s’impara una serie di minuzie importanti per il futuro quando si diventerà capi di un progetto.

È un mestiere dove conta molto la gavetta perché permette di conoscere a fondo le proprie capacità e permette a chi un giorno dovrà assumerti di capire quali sono le tue abilità. L’esperienza aumenterà nel tempo sempre di più così come aumenteranno sempre di più la mansioni che verranno assegnate. Tenuto conto della giovane età, Federica e Andrea possono felicitarsi con loro stessi per i risultati già raggiunti.

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